Il gel che cattura l’acqua anche nel deserto
Esiste un gel in grado di creare acqua (quasi) dal nulla: l’hanno inventato dei ricercatori dell’Università del Texas, che assicurano che si tratta di un prodotto economico e di facile utilizzo. Il composto, fatto solo di cellulosa e gomma di Konjac, è in grado di estrarre l’acqua dall’aria grazie alla combinazione delle proprietà dei due elementi, uno poroso e l’altro idrorepellente.
L’aspetto interessante dell’invenzione è la quantità di acqua ricavabile: con appena un chilo di prodotto se ne possono ottenere fino a 13 litri con un’umidità molto bassa, pari al 30% (per avere un metro di paragone, a Milano l’umidità media si aggira attorno al 75%). I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Communications.. Un’emergenza mondiale. Oltre due miliardi di abitanti del nostro Pianeta bevono da fonti contaminate, contraendo malattie spesso mortali, e oltre un miliardo di persone non ha accesso a fonti di acqua potabile: un’emergenza mondiale che dev’essere affrontata il prima possibile.
L’idea dietro al gel texano non è nuova. Duemila anni fa gli Inca catturavano acqua dalla nebbia con delle cisterne, e molto più di recente alcune aziende hanno presentato soluzioni innovative per trasformare il vapore acqueo in acqua potabile: tra queste l’apparecchio della Tsunami Products, che purifica l’aria e converte il vapore in acqua potabile, o Fontus, la bottiglia che si riempie d’acqua mentre pedaliamo o grazie all’energia solare. Questi sistemi però, ne producono poca, oppure consumano molta energia elettrica, o sono molto ingombranti o ancora richiedono dei tassi di umidità troppo alti e non potrebbero dunque essere utilizzati nei Paesi che più ne hanno bisogno.. Com’è fatto il gel? Il composto inventato unisce due elementi economici e comuni: la cellulosa, che proviene dalle piante, e la gomma di Konjac, un addensante utilizzato in cucina. La struttura porosa della gomma di Konjac aiuta a catturare l’umidità dell’aria mentre la cellulosa, quando si scalda, rilascia l’acqua catturata grazie alle sue qualità idrorepellenti. L’unione di questi due elementi fa sì che l’intero processo venga realizzato con pochissimo consumo di energia. Il gel, una volta liofilizzato in uno stampo, può essere staccato e utilizzato immediatamente.. Anche nel deserto. L’efficienza del gel è impressionante: con un’umidità dell’aria di appena il 15% -pari a quella del deserto- è in grado di ricavare oltre 6 litri di acqua per ogni chilo di prodotto; con un’umidità del 30% l’efficienza sale a 13 litri di acqua/kg. Oltre il 70% dell’acqua così catturata viene rilasciata in soli dieci minuti, riscaldando il gel a circa 60 °C.. Quanto dura? Se utilizzato e conservato correttamente, il gel può durare mesi in ambienti con umidità relativamente bassa (inferiore al 40%). La questione cambia in ambienti più umidi: «Se la pellicola del gel è troppo sottile ed estrae molta acqua in poco tempo, la struttura può risultare alterata», spiega a Focus.it Youhong Guo, coordinatrice dello studio, che sottolinea che si può ovviare al problema ottimizzando i cicli di utilizzo e liberando il liquido catturato prima che il gel sia saturo..
L’aspetto interessante dell’invenzione è la quantità di acqua ricavabile: con appena un chilo di prodotto se ne possono ottenere fino a 13 litri con un’umidità molto bassa, pari al 30% (per avere un metro di paragone, a Milano l’umidità media si aggira attorno al 75%). I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Communications.. Un’emergenza mondiale. Oltre due miliardi di abitanti del nostro Pianeta bevono da fonti contaminate, contraendo malattie spesso mortali, e oltre un miliardo di persone non ha accesso a fonti di acqua potabile: un’emergenza mondiale che dev’essere affrontata il prima possibile.
L’idea dietro al gel texano non è nuova. Duemila anni fa gli Inca catturavano acqua dalla nebbia con delle cisterne, e molto più di recente alcune aziende hanno presentato soluzioni innovative per trasformare il vapore acqueo in acqua potabile: tra queste l’apparecchio della Tsunami Products, che purifica l’aria e converte il vapore in acqua potabile, o Fontus, la bottiglia che si riempie d’acqua mentre pedaliamo o grazie all’energia solare. Questi sistemi però, ne producono poca, oppure consumano molta energia elettrica, o sono molto ingombranti o ancora richiedono dei tassi di umidità troppo alti e non potrebbero dunque essere utilizzati nei Paesi che più ne hanno bisogno.. Com’è fatto il gel? Il composto inventato unisce due elementi economici e comuni: la cellulosa, che proviene dalle piante, e la gomma di Konjac, un addensante utilizzato in cucina. La struttura porosa della gomma di Konjac aiuta a catturare l’umidità dell’aria mentre la cellulosa, quando si scalda, rilascia l’acqua catturata grazie alle sue qualità idrorepellenti. L’unione di questi due elementi fa sì che l’intero processo venga realizzato con pochissimo consumo di energia. Il gel, una volta liofilizzato in uno stampo, può essere staccato e utilizzato immediatamente.. Anche nel deserto. L’efficienza del gel è impressionante: con un’umidità dell’aria di appena il 15% -pari a quella del deserto- è in grado di ricavare oltre 6 litri di acqua per ogni chilo di prodotto; con un’umidità del 30% l’efficienza sale a 13 litri di acqua/kg. Oltre il 70% dell’acqua così catturata viene rilasciata in soli dieci minuti, riscaldando il gel a circa 60 °C.. Quanto dura? Se utilizzato e conservato correttamente, il gel può durare mesi in ambienti con umidità relativamente bassa (inferiore al 40%). La questione cambia in ambienti più umidi: «Se la pellicola del gel è troppo sottile ed estrae molta acqua in poco tempo, la struttura può risultare alterata», spiega a Focus.it Youhong Guo, coordinatrice dello studio, che sottolinea che si può ovviare al problema ottimizzando i cicli di utilizzo e liberando il liquido catturato prima che il gel sia saturo..