Tatuaggi d’oro, i nuovi sensori indossabili
Vi abbiamo già parlato di tatuaggi hi-tech che in futuro potrebbero monitorare i nostri parametri vitali o dirci se la frutta che stiamo per comprare al supermercato è fresca oppure no. Quello descritto in uno studio pubblicato su Nano Letters è un ulteriore passo avanti verso un avvenire in cui tecnologia e medicina cammineranno sempre più vicine: sensori indossabili da impiantare sottopelle e tenere per diversi mesi, che reagiscono alla presenza di sostanze e molecole specifiche cambiando colore.. La novità sta nell’uso di nanoparticelle d’oro, che Katharina Kaefer, capo dello studio, definisce «la piattaforma ideale per i sensori impiantabili»: a differenza di altri materiali, infatti, queste non sbiadiscono col tempo e allungano dunque la durata del sensore, che può rimanere nel corpo per diversi mesi.
testato sui ratti nudi. Il dispositivo, che i ricercatori descrivono come un tatuaggio invisibile non molto più grande di una moneta da 10 centesimi di euro e spesso meno di un millimetro, si colloca sottopelle e viene “incorporato” da piccoli vasi sanguigni e cellule, che crescono subito dopo l’impianto. Il sensore, rivestito in idrogel poroso per impedire che le nanoparticelle si muovano o vengano danneggiate dalle cellule immunitarie, è stato testato su dei topi nudi ai quali sono state somministrate varie dosi di antibiotico; i cambi di colore nelle nanoparticelle sono stati rilevati utilizzando sulla pelle un dispositivo non invasivo.. la ricerca del futuro. «Questi sensori indossabili possono essere rivestiti con diversi recettori, e tenere sotto controllo la presenza di vari biomarcatori o medicinali contemporaneamente», spiegano i ricercatori, sottolineando come in futuro i sensori impiantabili in oro potrebbero essere utili nella ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci, nella gestione di malattie croniche o nel monitoraggio di un percorso terapeutico..
testato sui ratti nudi. Il dispositivo, che i ricercatori descrivono come un tatuaggio invisibile non molto più grande di una moneta da 10 centesimi di euro e spesso meno di un millimetro, si colloca sottopelle e viene “incorporato” da piccoli vasi sanguigni e cellule, che crescono subito dopo l’impianto. Il sensore, rivestito in idrogel poroso per impedire che le nanoparticelle si muovano o vengano danneggiate dalle cellule immunitarie, è stato testato su dei topi nudi ai quali sono state somministrate varie dosi di antibiotico; i cambi di colore nelle nanoparticelle sono stati rilevati utilizzando sulla pelle un dispositivo non invasivo.. la ricerca del futuro. «Questi sensori indossabili possono essere rivestiti con diversi recettori, e tenere sotto controllo la presenza di vari biomarcatori o medicinali contemporaneamente», spiegano i ricercatori, sottolineando come in futuro i sensori impiantabili in oro potrebbero essere utili nella ricerca e lo sviluppo di nuovi farmaci, nella gestione di malattie croniche o nel monitoraggio di un percorso terapeutico..