DARPA Challenge: vince il robot Cerberus
Il robot capace di muoversi meglio sottoterra, in una galleria della metropolitana o nei cunicoli di una miniera, sarà un sistema binario: un quadrupede meccanico (il robot vero e proprio) e il suo drone-guida, uniti a formare un unico apparato in grado di muoversi in perfetta autonomia. Il sistema che si è aggiudicato la vittoria nella competizione più rinomata tra gli automi, organizzata dalla DARPA, agenzia di ricerca per il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti dedicata quest’anno alla capacità di muoversi in ambienti sotterranei e sconosciuti, è Cerberus, di Autonomous Robots Lab.
Il duo in questione, equipaggiato con sensori che li hanno tenuti in stretta comunicazione l’uno con l’altro, si è dimostrato vincente nel tracciare mappe e nel muoversi nel sottosuolo, a caccia di pericoli da segnalare o minacce da disinnescare.
Squadra internazionale. L’idea di creare un tandem tra due automi è venuta a un gruppo di ricerca che riunisce scienziati dei laboratori di robotica della Norwegian University of Science and Technology, dell’ETH di Zurigo, della University of California di Berkeley, della University of Nevada di Reno, dell’Università di Oxford e della Sierra Nevada Corporation, unica realtà privata coinvolta.
Insieme hanno lavorato a prototipi sempre più elaborati e testati di volta in volta sulla capacità di svolgere attività diverse, come caricare e scaricare oggetti, trovare un percorso, individuare ostacoli. Alla fine ne è valsa la pena: Cerberus si è aggiudicato i due milioni di dollari messi in palio dalla DARPA. La gara si è svolta su due prove diverse, che simulavano una serie di tunnel e i sotterranei di una città.
Arrivare ovunque e distinguere gli oggetti. L’obiettivo da raggiungere era di riconoscere correttamente 20 oggetti diversi lasciati lungo il percorso, da uno zainetto a un manichino dalle sembianze umane. Il tutto dimostrando di essere capaci di salire e scendere scale, evitare ostacoli di vario genere, come le rotaie di una metropolitana, ritornare sui propri passi da un vicolo cieco, esplorare tutti gli ambienti senza saltarne nessuno e senza esaurire l’energia.
Lo scopo della DARPA Robotics Challenge, che si tiene ormai da diversi anni, è riuscire a realizzare sistemi che siano in grado di fare fronte in relativa autonomia a situazioni di emergenza, dall’attacco terroristico alla catastrofe naturale e all’incidente, intervenendo, guidati da remoto, per disinnescare pericoli e portare soccorsi..
Il duo in questione, equipaggiato con sensori che li hanno tenuti in stretta comunicazione l’uno con l’altro, si è dimostrato vincente nel tracciare mappe e nel muoversi nel sottosuolo, a caccia di pericoli da segnalare o minacce da disinnescare.
Squadra internazionale. L’idea di creare un tandem tra due automi è venuta a un gruppo di ricerca che riunisce scienziati dei laboratori di robotica della Norwegian University of Science and Technology, dell’ETH di Zurigo, della University of California di Berkeley, della University of Nevada di Reno, dell’Università di Oxford e della Sierra Nevada Corporation, unica realtà privata coinvolta.
Insieme hanno lavorato a prototipi sempre più elaborati e testati di volta in volta sulla capacità di svolgere attività diverse, come caricare e scaricare oggetti, trovare un percorso, individuare ostacoli. Alla fine ne è valsa la pena: Cerberus si è aggiudicato i due milioni di dollari messi in palio dalla DARPA. La gara si è svolta su due prove diverse, che simulavano una serie di tunnel e i sotterranei di una città.
Arrivare ovunque e distinguere gli oggetti. L’obiettivo da raggiungere era di riconoscere correttamente 20 oggetti diversi lasciati lungo il percorso, da uno zainetto a un manichino dalle sembianze umane. Il tutto dimostrando di essere capaci di salire e scendere scale, evitare ostacoli di vario genere, come le rotaie di una metropolitana, ritornare sui propri passi da un vicolo cieco, esplorare tutti gli ambienti senza saltarne nessuno e senza esaurire l’energia.
Lo scopo della DARPA Robotics Challenge, che si tiene ormai da diversi anni, è riuscire a realizzare sistemi che siano in grado di fare fronte in relativa autonomia a situazioni di emergenza, dall’attacco terroristico alla catastrofe naturale e all’incidente, intervenendo, guidati da remoto, per disinnescare pericoli e portare soccorsi..